S.Messa

Perché bisogna partecipare alla S. Messa ?

Capita spesso di sentire cristiani che s’interrogano se una S. Messa sia “valida” o meno arrivando in ritardo, se è “lecito” accostarsi all’Eucaristia arrivando prima o dopo la proclamazione del Vangelo e altre “questioni procedurali” simili.

Altri s’interrogano sul senso sostanziale di un rito fatto di formule e di gesti simbolici della tradizione ripetuti più per abitudine che per convinzione. Altri escono precipitosamente durante la celebrazione per rispondere ad una telefonata. Altri non comprendono perché non si possa pregare il Signore stando comodamente a casa propria ma occorra recarsi in Chiesa tutte le domeniche. Ed è sempre più comune assistere alla S. Messa che si conclude con un fuggi-fuggi generale quasi che il congedo del celebrante fosse lo starter di una gara di atletica.

Sono queste manifestazioni tutte con denominatore comune l’ignoranza completa o, nella migliore delle ipotesi, l’idea vaga e assai povera di cosa sia la S. Messa.

La S. Messa è il centro e la radice della vita spirituale (e materiale) del cristiano. Nella S. Messa interviene direttamente la Santissima Trinità che ci porta a riconoscerci figli di Dio, amati da Dio e una cosa sola con Cristo, “Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me” (Gv 17,23).

La S. Messa è il momento più forte d’incontro sulla terra tra l’uomo e Dio e deve essere condiviso tra gli uomini: “In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). Cristo ha voluto che la sua Chiesa sia una comunità e che il cristiano ne sia parte e quindi “tu non puoi pregare in casa come in chiesa, dove c'è il popolo di Dio raccolto, dove il grido è elevato a Dio con un cuore solo. Là c'è qualcosa di più, l'unisono degli spiriti, l'accordo delle anime, il legame della carità, le preghiere dei sacerdoti” (San Giovanni Crisostomo).

La S. Messa è il dono che la Trinità fa di se stessa alla Chiesa ed in ogni momento della celebrazione la liturgia attraverso i canti, i gesti, le formule, le letture vuole farci vivere il più intensamente e coscientemente possibile questo reale e concreto incontro personale di ciascuno con Dio: “Amate la S. Messa. Fate la Comunione con fame, anche se siete freddi e pieni di aridità: fate la Comunione con fede, con speranza, con ardente carità” (San Escrivà).

E se questo accade allora la S. Messa si deve concludere da un lato con un congedo di profondo ringraziamento lento e a malincuore e dall’altro con la gioia di andare tra gli uomini essendo quello che è l’Eucaristia, “Segno di unità, vincolo dell’Amore” (S. Agostino).