Aborto ed eutanasia

Perché sono inammissibili l’aborto e l’eutanasia ?

Sia l’Antico che il Nuovo Testamento ribadiscono che l’uomo è amato e voluto da Dio per se stesso, indipendentemente dalla sua età e dalla sua condizione di vita. E rivolgendosi a te, Dio ti ricorda che tu essere umano, fin dal tuo concepimento, “prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato” (Ger 1,5).

La Chiesa fin dalle origini ha condannato il gesto abortivo e c’è stato chi anche nell’ Impero romano, culla del diritto universalmente riconosciuta, pronunciava lapidario: “E’ un omicidio anticipato impedire di nascere; poco importa che si sopprima l’anima già nata o che la si faccia scomparire sul nascere. E’ già uomo colui che lo sarà” (Tertulliano). Con ferrea coerenza la Chiesa ha mantenuto ferma la sua posizione nel corso dei secoli, sintetizzando la sua posizione con solenne e inequivocabile fermezza nel Concilio Ecumenico Vaticano II: “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura, e l’aborto procurato e l’infanticidio sono abominevoli delitti” (Gaudium et spes). Anche per bocca di Giovanni Paolo II che con l’autorevolezza infallibile e irreformabile del Pontefice sentenzia: “Con l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e a i suoi successori, …, dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente” (Evangelium Vitae).

Per l’altro estremo dell’esistenza terrena dell’uomo, la fine della vita, valgono analoghe considerazioni. La parola eutanasia viene dal greco e significa "buona morte". In realtà, al di fuori della prospettiva cristiana (nella quale la morte può anche essere chiamata "dies natalis", giorno del parto, cioè il doloroso parto che fa passare dal limitato mondo della realtà fisica allo straordinario mondo dove si vede il volto di Dio e si è accolti dall'abbraccio del Padre) la morte non è mai "buona". Anzi è il segno più drammatico e doloroso della condizione umana. E lo è ancora di più nel caso dell’eutanasia, storicamente usata per indicare anche l'uccisione di bambini deformi, di malati mentali, di anziani come tali. Cioè in senso più ristretto, che è poi quello a cui fanno riferimento le leggi e le proposte di leggi permissive, si intende l'uccisione indolore, direttamente voluta e medicalmente attuata in malati ritenuti destinati a una vita irrecuperabilmente inutile e sofferente.

Né l’aborto, né l’eutanasia sono allora ammissibili in quanto, chiamiamo le cose con il loro nome, il quinto comandamento dice: “Non uccidere”.

L’aborto è già stato ovunque legalizzato mietendo ben oltre un miliardo di vittime nel mondo negli ultimi trent’anni, l’eutanasia sta per esserlo: siamo sicuri che questo è progresso ?