Adorazione Eucaristica

papa

L’adorazione è una pratica insostituibile della Chiesa. Voi, adorando Gesù nel Santissimo Sacramento, compite nelle Chiese locali il comando che l’Apostolo ci ha rivolto di pregare senza interruzione (cf. 1 Ts 5, 17), imitando il Maestro che frequentemente trascorreva la notte in preghiera (cf. Lc 6, 12). 

Questo silenzio contemplativo vi comunicherà una grande capacità di amare Dio e i fratelli. Infatti, nel silenzio della notte, quando sembra che diminuiscano le ansie e la creazione tace come sperando la parola del Signore (cf. Sap 18, 15), udite nel cuore la voce del Padre che vi dice: “Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo” (Mt 17, 5).

E sintonizzandovi sempre più con i sentimenti di Cristo Redentore, che è venuto a “dare la sua vita in riscatto per molti” (Mt 20, 28), andate scoprendo l’interessamento salvifico del Signore per gli individui, la famiglia, la gioventù, la comunità ecclesiale alla quale appartenete, la vostra Nazione e l’umanità intera. Così presentate al Signore tutto quello che è stata la vostra vita quotidiana, insieme ai problemi dei fratelli redenti da Cristo.

La Chiesa ha bisogno di uomini e donne come voi, convinti del valore insostituibile della preghiera e coerenti con il dovere di ogni uomo di rendere gloria a Dio, come premessa indispensabile a qualunque azione che voglia essere proficua per gli altri. Ma non potete limitarvi all’aspetto contemplativo dell’adorazione e della preghiera, perché non sarebbe autentica la vostra orazione, se non fosse accompagnata da un impegno di vita cristiana e di azione apostolica. Solo così risponderete alla chiamata di Cristo che vi invita a collaborare con lui nell’applicazione dei frutti della sua opera redentrice a tutta l’umanità. Considerate poi come parte importante dell’impegno apostolico della vostra Associazione la promozione del culto di Gesù nel Santissimo Sacramento e quanto ciò possa contribuire ad una più profonda partecipazione alle celebrazioni eucaristiche e alla comunione sacramentale da parte di tutti.

In questo modo sarete testimoni viventi del fatto che il vostro impegno di adoratori non solo non è qualcosa di sterile o di inutile per la comunità ecclesiale, ma è fonte di dinamismo ecclesiale. Perciò siate fedeli al vostro carisma, testimoniando il primato della dimensione verticale nella vita religiosa dell’uomo. Così, unendo a questa testimonianza il duplice impegno di vivere cristianamente e di aiutare spiritualmente i fratelli, sarete fedeli alla vostra identità di adoratori.

Giovanni Paolo II 2Giovanni Paolo II firma

 

 

 

 

 

 

In Basilica Adorazione Eucaristica
alle ore 16
di ogni primo venerdì del mese
 

 

Dove ha avuto origine l'Adorazione Eucaristica? 

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

(dal Vangelo secondo Matteo)

re magi giotto

 

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