I FIGLI DEL REGNO

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Premessa:

 

Questa icona con il caratteristico tratto dell’artista Julian Rosu e la sua vivace cromia vuole rappresentare la pagina del Vangelo della seconda domenica di Avvento che nel rito ambrosiano [1] porta per titolo: "I figli del Regno". Non si può accogliere il dono della filiazione se non in quel cammino di conversione al quale Giovanni Battista ci sollecita con il Battesimo nel fiume Giordano dopo aver confessato i propri peccati.

 

 

 

Presentazione del dipinto

Nella icona, ambientata in una zona deserta (la profezia di Isaia citata recita: Voce di uno che grida nel deserto), campeggia la figura del Battista che sta battezzando le persone che “accorrevano a lui … confessando i loro peccati” (Mc 1,5) in un fiume Giordano ricco d’acqua. Giovanni diceva: "colui che viene dopo di me è più forte di me io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco" (Mt 3,10). Nel Vangelo di Lc 3,11 si legge che Giovanni Battista, a coloro che lo interrogavano, rispondeva: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha … ». E l’artista ha allora raffigurato alle spalle della persona che riceve il battesimo una che invece offre una tunica. Prosegue il Vangelo (vv 12-13): Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Julian ha allora raffigurato in sontuosi abiti un esattore delle tasse (un pubblicano) e alle sue spalle un soldato, infatti nel v. 14 si ricorda che: Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Nell’icona il soldato estrae allora la propria spada non dall'elsa, ma la sfila dal fodero in segno di non-violenza; tra l'altro, in questo modo, la spada forma con l'elsa una croce. Si noti poi che dal momento che il Giordano si getta nella gran fossa del Mar Morto in cui non è possibile la vita per l’alta salinità, i pesci cercano una via di salvezza nuotando contro corrente. I pesci diventano così un simbolo per i cristiani che per salvarsi e ricevere il battesimo devono convertirsi e non lasciarsi trascinare dalla corrente del fiume del mondo, devono cioè invertire la rotta della propria vita.  

Alle spalle del Battista è raffigurato con l’abito verde Sant’Andrea – fratello di Simon Pietro – che prima d’essere uno dei 12 apostoli di Gesù era un discepolo di Giovanni, come ci ricordano i Vangeli. Alla sinistra, Julian ha rappresentato un discepolo con una accetta per recidere un albero che non porta più frutti, perché il Battista diceva: «… la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco» (Lc 3,9 // Mt 3,10). Così alle due estremità del dipinto sono state raffigurate alcune pietre, perché - sempre nel Vangelo di Mt 3,9 - si legge: Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Infine, una nota: anche in questa icona ritroviamo un richiamo alla basilica dei SS Nereo e Achilleo, la cui facciata principale è adiacente alla struttura del tempio di Gerusalemme.

(L. Bissoli)



 

[1] Nell'anno A si legge il passo di Vangelo Lc 3,1-18; nell'anno B si legge il brano parallelo di Matteo 3,1-12; nell'anno C quello di Marco 1,1-8. Diversamente dalla Quaresima Ambrosiana dove tutti gli anni si leggono gli stessi testi (sia nell'anno A, che nell'anno B, come nell'anno C), nel ciclo triennale dell’Avvento Ambrosiano si proclamano i passi paralleli tratti dai Vangeli sinottici.