La parola di Marzo

parola-mese Carissimi,  

“Vi supplico in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio... Ecco ora il tempo favorevole...” (2 Cor 5,20; 6,2).

E’ questo l’invito che annualmente ritorna con il tempo della Quaresima. Nella Chiesa antica questo periodo di quaranta giorni era nato come preparazione immediata alla celebrazione del Battesimo che si svolgeva una sola volta all’anno nella veglia di Pasqua. Erano infatti gli adulti che si erano preparati con 2 o 3 anni di incontri col missionario il quale andava di villaggio in villaggio che ricevevano il Battesimo che è – appunto - il Sacramento della fede cristiana. Se queste persone poi avevano dei figli, allora il sacerdote chiedeva loro: “Vi impegnate ad educarli nella fede?” Se la risposta era positiva allora il Vescovo o il Sacerdote amministrava il Battesimo anche a loro.

Per questo i 40 giorni prima della Pasqua hanno una chiara intonazione battesimale. La Chiesa definisce questo periodo di tempo della Quaresima come “tempo forte” dell’anno liturgico per diversi motivi:

     1. Il significato più ovvio è quello di prepararci immediatamente alle feste pasquali. Per questo occorre delineare un serio programma di lavoro spirituale che la Chiesa ha individuato nel tema della conversione del cuore, della riconciliazione. La liturgia sottolinea anche esteriormente questo atteggiamento con l’uso di paramenti di colore violaceo.

     2. La meta da raggiungere è la Pasqua di Cristo che è anche la nostra Pasqua, cioè una vita nuova e fin d’ora “risorta” frutto di sincera e reale conversione, come scrive S. Paolo “… ormai voi siete risorti con Cristo” (Lettera ai cristiani di Colossi 3,1- 4). La Chiesa nella sua secolare saggezza ci propone anche i mezzi per raggiungere questa meta; sono un programma antico che la Chiesa non si stanca di riproporre: penitenza, carità, preghiera.

penitenza

Anticamente si proponeva un periodo di lungo digiuno, fin anche di 40 giorni, ad imitazione di quello di Cristo nel deserto. Oggi la Chiesa ha ridotto il digiuno a 2 soli giorni (per gli ambrosiani il primo Venerdì di Quaresima e il Venerdì santo), ma non per questo è abolito lo “spirito” di tale impegno, quello di compiere “rinunce salutari”, come le chiama la liturgia: rinunciare cioè a qualcosa di superfluo, o anche al necessario, per rendere il nostro cuore più libero ed agile per accogliere quella cosa veramente necessaria e fondamentale per la nostra vita che è la fede nella morte e risurrezione di Gesù e l’importanza del suo Vangelo. E il digiuno vero non è solo quello dai cibi o dalle bevande; è anche - forse soprattutto - il digiuno dall’orgoglio, dall’egoismo, dal peccato nei suoi molteplici aspetti. Digiuno anche da forme di intrattenimento digitale come i social network così invasivi nella nostra vita.

carità

Già la Bibbia e poi i Padri della Chiesa ci ammoniscono a trasformare le nostre rinunce in opere di carità concrete: vero digiuno - dice la Scrittura - è soccorrere chi ha bisogno, è promuovere la giustizia, interessarci di chi ci sta accanto aiutandolo nelle sue necessità. Le occasioni non mancano: basta guardarsi intorno e volerle cogliere. In questa prospettiva penitenza e carità si integrano a vicenda, nella prospettiva cristiana l’ascetismo non è mai fine a se stesso.

preghiera

La preghiera fatta di ascolto della Parola di Dio e di una nostra personale risposta. Dt 8,3 e Mt 4,4: “... non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. In questo tempo di Quaresima dobbiamo trovare qualche istante più prolungato da inserire nello scorrere dei nostri impegni quotidiani, per metterci davanti a Dio e alla sua Parola in una riflessione spirituale perché ritroviamo il senso vero di quello che siamo e di tutto ciò che facciamo per un nostro miglioramento spirituale.

     3. I Vangeli di queste sei Domeniche, ben illustrate nelle grandi icone collocate sulla parete destra della navata centrale della nostra Basilica, segnano le tappe nel cammino verso la Pasqua:

1) La “quaresima” (quaranta giorni) di Gesù nel deserto (Mt 4,1-11)

2) La samaritana (Gv 4,5-42) Gesù è l’acqua che zampilla per la vita eterna

3) La Domenica di Abramo (Gv 8,31-59) Gesù è la verità che ci rende liberi

4) Il cieco nato (Gv 9,1-41) Gesù è la luce del mondo

5) La risurrezione di Lazzaro (Gv 11,1-45) Gesù è vita e risurrezione. 6) La domenica delle palme: Gesù vuole entrare nella città del tuo cuore e trovare una casa accogliente come quella di Betania (Gv 12,1-11).

E’ con questi propositi entriamo nel tempo quaresimale per giungere spiritualmente preparati a celebrare la S. Pasqua, la festa più importante dell’anno liturgico perché ci porta al cuore della nostra fede: la risurrezione di Gesù.

  •                                                                                                                          don Gianluigi