La parola di Febbraio
Carissimi,
in questa pagina vorrei fermami con voi a riflettere sull’importanza di partecipare alla S. Messa della domenica, il giorno del Signore (Dominus in latino, da cui deriva il termine “domenica”, significa Signore-Dio). La nostra Basilica è ancora ben frequentata durante le Messe della domenica, ma rispetto agli anni pre-pandemia, anche da noi, si nota quel calo della frequenza lamentato in tutte le chiese italiane. Mi è sorta allora la domanda: “da cosa è causato questo calo soprattutto nella presenza dei bambini e dei ragazzi?”. Forse la risposta non è poi così difficile: ormai molti genitori, e più in generale, molti battezzati non sanno più cosa sia la Messa e, quindi, non ne sanno apprezzare il valore.
1) La Messa è il “ricordo vivo” (questo significa la parola sacramento) di quanto Gesù ha fatto durante l’ultima cena, prima della sua passione, crocefissione e risurrezione. Egli, ispirandosi alla tradizione della Pasqua degli ebrei, ha distribuito ai suoi amici apostoli un pezzo di pane ma, al posto di pronunciare le parole del rito ebraico, ha detto: Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi. Poi ha preso il calice con del vino e ha aggiunto: Questo è il calice del mio sangue, versato per voi e per tutti, in remissione dei peccati. Fate questo in memoria di me. I primi cristiani, fin dal tempo degli apostoli, hanno preso sul serio l’invito di Gesù Fate questo in memoria di me e, settimanalmente, hanno fatto una “memoria viva” di quel gesto con cui Gesù ha dato un significato nuovo al rito antico della Pasqua degli ebrei. Il giorno scelto dai primi cristiani per celebrare la “memoria viva di Gesù” è stato “il primo giorno dopo il sabato” perché in quel giorno [la domenica] Gesù è risorto, cioè ha vinto anche la morte.
2) Quindi, perché andare a Messa la domenica? Perché la comunità cristiana [la Chiesa] fin dai primi momenti della sua nascita, ha trovato nella celebrazione della “memoria viva” il fondamento della propria esistenza come comunità di discepoli di Gesù. Anche oggi, il singolo fedele – tu che mi stai leggendo -, non può crescere nella fede senza incontrarsi con una “comunità viva” di discepoli [la Chiesa], persone che stanno dando fiducia agli insegnamenti raccolti nel Vangelo di Gesù maestro. Ora, la fede non si trasmette con la lettura di un libro, fosse anche il catechismo, la fede si trasmette invece per contatto, come la lingua che parliamo che ci è stata trasmessa da una comunità che parlava quella lingua e noi l’abbiamo assorbita ancora prima di andare a scuola. Così è della fede: è solo una comunità di persone che ce la può trasmettere.
La partecipazione alla Messa ci permette di ascoltare insieme la Parola del Signore, accompagnata dall’omelia, cioè da un commento del sacerdote che “spezza” il pane della Parola rendendola un cibo adatto ad ogni palato. Infine, soltanto con la presenza alla Messa, possiamo nutrirci del corpo di Gesù, mangiando quel pane consacrato, “ricordo vivo” del maestro.
3) Molti cristiani mi dicono che – poiché la Messa è una cosa seria - preferiscono partecipare solo quando sono convinti e se la sentono per non rischiare di essere presenti con il corpo, ma assenti con la mente e con il cuore. Ma si va al lavoro e a scuola solo se si ha voglia, solo se ce la sentiamo? Se una cosa è importante come il lavoro e la scuola noi la facciamo comunque. Se per un verso il senso dell’obiezione è buono, però dall’altro voglio far presente che noi esseri umani apprezziamo le cose quando, ripetute, entrano nelle nostre abitudini. Ciò che è eccezionale può colpirci momentaneamente, ma non entra nel vissuto dei nostri pensieri e delle nostre azioni come un habitus spirituale. Così anche per quanto riguarda la Messa. Cerco di chiarire con un esempio: chi non mangia per giorni rischia di perdere l’abitudine, cioè gli stimoli della fame fino a morire per anoressia. Così è anche per il gusto di Dio: chi si allontana dalla Messa col passare del tempo ne perde il gusto, il desiderio dell’incontro con Dio attraverso la “memoria viva” di Gesù. Per questo la chiesa dice che è obbligatorio partecipare perché è necessario per la vita spirituale e morale, come è obbligatorio, cioè necessario, mangiare e bere per non morire.
4) Più di una volta mi è stata posta anche questa domanda: “non è meglio seguire la Messa per televisione e così essere più raccolti?”. La Messa per televisione è stata raccomandata, non potendo andare in chiesa, per evitare il contagio del Covid 19. Ordinariamente continua ad essere utile alle persone anziane e malate che non possono raggiungere la chiesa. La Messa, essendo il cuore della vita cristiana, richiede la presenza fisica e la partecipazione attiva tramite l’ascolto. Vi porto un altro esempio: in diverse trasmissioni televisive come “Il pranzo è servito” o “Master chef” viene insegnato come preparare i cibi. Chi segue da casa vede i piatti ben preparati, ma non sente il profumo del cibo e soprattutto non può degustarli. Si tratta di una partecipazione distante, virtuale. Possiamo dire qualcosa di simile anche per la Messa in casa alla televisione: è una partecipazione monca perché non inserita nella nostra comunità cristiana di fede con la quale facciamo un cammino spirituale, ma soprattutto è priva della comunione al Corpo di Cristo.
Non mi resta allora che incontrarvi nella celebrazione della “memoria viva” del giorno del Signore: un’esperienza bella e gioiosa!
- don Gianluigi