La parola di Novembre
Carissimi,
iil giorno 30 ottobre ho partecipato ad un incontro organizzato dalla Formazione del Clero e dall’Azione Cattolica presso il Centro Pastorale di Seveso con a tema la Parrocchia. Relatore era il professore dell’Università di Lovanio Alphonse Borras, vicario generale della diocesi di Liegi, che ha svolto con competenza la relazione dal titolo La parrocchia, tuttora una carta vincente per l’evangelizzazione?
La Chiesa, per comunicare autenticamente il Vangelo, deve instaurare un dialogo reale con la cultura e il mondo circostante, accogliendoli e lasciandosi anche trasformare da essi. Seguendo l’intuizione di Paolo VI – La Chiesa si fa colloquio – essa è chiamata a vivere un dinamismo relazionale che si concretizza soprattutto nella parrocchia, luogo storico della presenza ecclesiale nel territorio. Si tratta qui di interrogarsi se, nel contesto attuale di cambiamento epocale, la parrocchia possa ancora rappresentare una carta vincente per la comunicazione della buona notizia del Regno di Dio.
A) Il prof. Borras ha allora anzitutto trattato dell’istituzione Parrocchia e la sua trasformazione. La parrocchia può infatti essere definita come “la Chiesa in questo luogo per tutto e per tutti”. Storicamente, essa si è organizzata intorno al parroco e a una comunità stabile legata a un territorio, in cui le dimensioni della vita – sociale, culturale, economica e religiosa – coincidevano. In questo contesto, la trasmissione della fede avveniva in modo naturale, grazie alla stabilità e all’omogeneità delle società di cristianità.
Oggi però questa realtà è profondamente mutata. L’industrializzazione, l’urbanizzazione e la mobilità hanno frantumato l’unità tradizionale tra fede e vita sociale. La fede non costituisce più il collante della società e la parrocchia non rappresenta più l’unico luogo di appartenenza religiosa.
Si distinguono ora:
• i parrocchiani legati ad essa per domicilio, ma anche per scelta;
• le persone in ricerca spirituale che rifiutano identità rigide (i cosiddetti “seekers”);
• i fedeli della pietà popolare devozionale, che mantengono forme di religiosità intergenerazionale, spesso fuori dal controllo istituzionale.
Le ristrutturazioni parrocchiali – comunità pastorali, decanati, raggruppamenti – riflettono il tentativo di adattarsi alla scarsità di sacerdoti, alla minor frequenza delle chiese e alle nuove condizioni sociali. Tuttavia, la sfida è passare da una logica di territorio a una logica di presenza, dove “la Chiesa è dove sono i battezzati; la parrocchia dove sono i parrocchiani”.
B) Per rispondere a questa evoluzione che stiamo vivendo, il prof Borras ha quindi indicato tre grandi risorse che la Parrocchia conserva: 1) L’apertura universale, cioè la Parrocchia è “per tutti”. Oggi essa comprende non solo i parrocchiani residenti, ma anche quelli “di elezione”, che la scelgono per motivi affettivi, spirituali o pastorali. Questa inclusività resta un punto di forza unico nel panorama ecclesiale. 2) La Parrocchia rappresenta comunque il territorio dove la fede si incultura. La parrocchia è quindi il volto concreto della cattolicità, chiamata a incarnarsi nella storia e nella cultura locale, valorizzando le relazioni e la memoria del luogo. 3) La Parrocchia è il luogo della vicinanza, dell’incontro: se un tempo la prossimità era garantita dal parroco, oggi essa si realizza attraverso i laici, che rendono presente la Chiesa nei loro ambienti di vita, anche digitali. I parrocchiani diventano così attori della missione, intrecciando legami di fede nel tessuto sociale e virtuale. La parrocchia rimane un laboratorio di comunione e di testimonianza vissuta nel quotidiano.
C) Ha poi continuato il prof. Borras sottolineando che stiamo vivendo un cambio di epoca, non solo un’epoca di cambiamenti. La cultura digitale rappresenta il simbolo e il catalizzatore di tutte le trasformazioni attuali, insieme ai processi di secolarizzazione, individualizzazione e globalizzazione.
La secolarizzazione ha spostato la religione dalla sfera pubblica a quella privata, provocando una deistituzionalizzazione della fede. Le persone cercano oggi un’esperienza religiosa più personale e meno legata all’autorità ecclesiale . La crisi di credibilità dovuta agli scandali e alla difficoltà del magistero di dialogare con le nuove domande morali e culturali ha accentuato questa tendenza.
In questo contesto, la parrocchia si trova tra due logiche:
• quella comunitaria, voluta dal Vaticano II;
• e quella amministrativa e funzionale, come servizio pubblico religioso.
Molti fedeli oscillano tra essere partner della missione o consumatori di servizi religiosi. La tensione tra pastorale e religiosità individuale – tra tutela ecclesiastica e attese dei fedeli – resta una delle sfide centrali della Chiesa contemporanea.
D) Don Alphonse Borras ha concluso la relazione parlando allora di una parrocchia lungimirante e “liquida”, in analogia con la società contemporanea.
La cultura digitale trasforma radicalmente la percezione dello spazio e del tempo, sostituendo la prossimità fisica con una connessione virtuale. Tuttavia, la connessione non equivale all’incontro: occorre riscoprire la dimensione misterica e relazionale dell’essere umano.
Il Sinodo del 2024 ha riconosciuto il potenziale e i rischi del mondo digitale, invitando la Chiesa a considerarlo un luogo profetico di missione. Perciò, la parrocchia deve educare a:
1. l’ascolto autentico, anche attraverso il silenzio in un mondo iperconnesso;
2. la contemplazione del bello, come via di apertura al mistero;
3. la preghiera e la meditazione, per riscoprire la profondità della persona e del creato.
Una parrocchia connessa sarà dunque aperta a tutti – sia nel territorio reale sia nello spazio virtuale – sempre pronta nel guidare a comprendere i misteri sacri celebrati nei riti liturgici e il loro collegamento con la vita quotidiana, accompagnando le ricerche spirituali verso la concretezza di una fede incarnata.
In definitiva, la parrocchia resta una carta vincente per la comunicazione del Vangelo se saprà unire apertura, ascolto e discernimento nello Spirito, affrontando con coraggio le sfide della cultura digitale e della nuova umanità in cammino.
Un programma anche per la nostra Parrocchia, per questo ne parleremo e ci confronteremo anche nel Consiglio Pastorale. Non mi resta ora che augurarvi un buon tempo d’Avvento.
- don Gianluigi
