Due volte
La duplice venuta del Figlio di Dio
La prima volta [Cristo] è venuto umile ed occulto; e tanto più occulto quanto più umile. Ma i popoli, disprezzando nella loro superbia l'umiltà di Dio, misero in croce il loro Salvatore e ne fecero il loro giudice.
Ma colui che è venuto la prima volta in modo occulto, in quanto è venuto nell'umiltà, non dovrà forse venire poi in modo manifesto, nella sua gloria? Avete ascoltato poco fa il salmo: Dio, il nostro Dio, verrà in modo manifesto e non tacerà (Sal 49, 3). Ha taciuto per consentire che lo giudicassero, ma non tacerà quando comincerà a giudicare. Non avrebbe detto il salmista: verrà in modo manifesto, se prima non fosse venuto in modo occulto; né avrebbe detto: non tacerà, se prima non avesse taciuto. In che senso ha taciuto? Ascolta Isaia: Come pecora fu condotto al macello e come agnello muto davanti a chi lo tosa, non ha aperto bocca (Is 53, 7). Ma verrà in modo manifesto e non tacerà. Quale sarà questo modo manifesto? Lo precederà il fuoco e sarà accompagnato da una potente tempesta (Sal 49, 3). Quella tempesta dovrà spazzare via dall’aia la paglia, che adesso viene battuta, e il fuoco consumerà quanto la tempesta avrà portato via. Egli ora tace; tace quanto al giudicare, ma non tace quanto al dar precetti. Se infatti Cristo tacesse del tutto, che senso avrebbero questi Vangeli, la voce degli Apostoli, il canto dei Salmi, gli oracoli dei Profeti? Tutte queste cose, infatti, dimostrano che Cristo non tace. Egli ora tace, in quanto non castiga; non tace, in quanto ammonisce. Verrà un giorno nella sua terribile potenza e si mostrerà a tutti, anche a quelli che non credono in lui. Allora invece era necessario che, pur presente, rimanesse occulto tanto da poter essere disprezzato. Se non fosse stato disprezzato, non sarebbe stato crocifisso; se non fosse stato crocifisso, non avrebbe versato il suo sangue, che fu il prezzo della nostra redenzione. Per pagare il prezzo della nostra redenzione egli fu crocifisso; e fu disprezzato per poter essere crocifisso; e apparve nell’umiltà affinché lo disprezzassero.