I nostri cuori
Venga il Signore a visitare i nostri cuori!
Ecco: tu eri un uomo gravato di peccati. O terra, tu avevi peccato e t’eri sentita rivolgere le parole: Tu sei terra e alla terra ritornerai (Gen 3, 19). Oh! spunti allora dal tuo cuore la verità e la giustizia ti guarderà dal cielo.
Ma in che modo da te, peccatore ed iniquo, potrà germogliare la verità? Confessa i tuoi peccati e la verità spunterà fuori da te. Se infatti, essendo peccatore, ti ritieni per giusto, come farà la verità a spuntare fuori da te? Se invece nella tua iniquità ti confessi iniquo, allora dalla terra spunta fuori la verità (Sal 85, 12).
Facciamo dunque un esame di noi stessi e, se non troveremo in noi altro che peccato, concepiamo odio per il peccato e vivo desiderio per la giustizia. Dal momento che ci metteremo ad odiare il peccato, già questa avversione al peccato comincia a renderci simili a Dio: odiamo infatti le stesse cose che Dio odia. Se pertanto avrai iniziato a odiare il peccato e a confessarlo a Dio, quando brame di piaceri illeciti verranno a trascinarti con violenza ad atti nocivi, mettiti a gemere dinanzi a Dio. Confessando a lui i tuoi peccati, meriterai di ottenere da lui altre dolcezze: ti darà il gusto di compiere la giustizia; e così comincerà a procurarti gioia la giustizia, mentre prima era la malizia che ti dilettava. Godrai della sobrietà, mentre prima godevi dell’ubriachezza. Tu che prima godevi nel rubare, sottraendo al tuo simile quel che mancava a te, sentirai l’inclinazione a donare ciò che possiedi a chi ne è sprovvisto. Prima godevi nel predare, ora ti piace donare; prima godevi degli spettacoli, ora godi della preghiera; prima godevi di canzoni fatue e oscene, ora dei cantici in onore di Dio, e corri alla chiesa, mentre prima correvi al teatro. Da qual radice è potuta mai nascere una simile attrattiva, se non dal fatto che il Signore farà dono della sua dolcezza e la nostra terra darà il suo frutto (Sal 85, 13)? Riflettete un istante su quel che vi dico. Vi abbiamo annunziato la parola di Dio; abbiamo sparso della semente in cuori ben disposti, trovando il petto di ciascuno di voi come solcato dall’aratro della confessione. Voi avete ricevuto la semente con devozione ed attenzione. Vogliate ripensare alla parola che avete udita, quasi per sminuzzare le zolle, di modo che non vengano gli uccelli a portarsi via il seme destinato a germogliare. Ma se non interverrà Dio a mandare la pioggia, che cosa varrà l’aver seminato? Ecco cosa significa: Il Signore farà dono della sua dolcezza e la nostra terra darà il suo frutto. Oh, sì, venga il Signore a visitare il vostro cuore: nelle ore di svago e fra le occupazioni, in casa, nel letto, durante la refezione e la conversazione o il passeggio, in ogni luogo ove a noi non è dato di venire. Venga la pioggia divina e il seme che è stato sparso produca i suoi frutti! Là, dove noi non arriviamo e mentre noi ce ne stiamo riposando tranquilli o badiamo ad altre occupazioni, venga Iddio a far crescere le sementi che abbiamo sparse; di modo che, riscontrando in seguito i vostri costumi divenuti migliori, possiamo anche rallegrarci del frutto. Poiché, il Signore farà dono della sua dolcezza e la nostra terra darà il suo frutto.