Convivenza

Perché non è ammessa la convivenza?

Qualcuno con sincera convinzione ritiene che la convivenza sia sostanzialmente equivalente al matrimonio cristiano e/o civile e non ne vede alcuna differenza se non quella di “legalizzare” davanti a Dio e/o agli uomini l’unione con un contratto con tanto di firme e testimoni.

Tra costoro, i più acuti, sono giustamente infastiditi da ciò, vedendo in questo contratto una manifestazione di sfiducia reciproca tra le parti o quanto meno uno strumento di tutela dei diritti del singolo perché, come si dice, non si sa mai … E poi, che bisogno c’è di firmare un contratto per vivere insieme, amarsi, allevare con amore dei figli, sostenersi nelle difficoltà, godere insieme dei momenti felici?

Tutte argomentazioni umanamente legittime e inopinabili se non fosse che il matrimonio cristiano non è, come invece il matrimonio civile, una semplice istituzione sociale e giuridica. Il contratto firmato e controfirmato nel matrimonio cristiano non ha tanto “valore legale” presso gli uomini quanto presso Dio: quei “si”, quelle “firme” sono l’esplicita e consapevole accettazione che il matrimonio è, per usare le parole di San Paolo, un “sacramento grande in Cristo e nella Chiesa” (Ef 5,32) che pervade l’anima di coloro che si sposano facendoli diventare “una cosa sola”, “una sola carne” (Gn 2,24) che in Cristo percorre un cammino divino sulla terra. Lungo questo cammino si fanno le medesime cose che possono fare due conviventi, si vive insieme, ci si ama, si allevano con amore i figli, ci si sostiene nelle difficoltà, si gode insieme dei momenti felici ma con una sostanziale differenza: tutto viene avvolto da una gioia forte, da una pace incessante che vengono meno solo se ci si allontana da Cristo, che solo dà un senso pieno e positivo ad ogni momento, lieto o difficile, dell’unione, immune al trascorrere del tempo.

E’ dato scegliere in libertà tra sopravvivere umanamente nel matrimonio, che allora anche se celebrato in Chiesa equivale a tutti gli effetti ad una convivenza, o vivere il matrimonio cristiano che rende soprannaturale ascoltare il coniuge e i figli, superare le discordie che l’egoismo tende ad ingigantire, svolgere con sempre rinnovato amore la miriade di compiti ed occupazioni della vita quotidiana, mantenere la famiglia in rapporto aperto con le altre componenti della comunità sociale.

Diviene allora anche naturale che il matrimonio in Cristo sia considerato indissolubile innanzitutto da coloro che così lo vivono. Proprio in questa unione tra un uomo e una donna, simbolo dell’amore, si vive una delle evidenze più concrete che Dio è Amore e Amore è Dio.