Divorziati

Perché i conviventi e i divorziati risposati non possono essere padrini e madrine di battezzandi e cresimandi ?

Il ruolo dei padrini e delle madrine è diverso da quello dei genitori. I padrini e le madrine infatti sono chiamati ad affiancare i genitori nell’educazione cristiana dei figli, rappresentando la sollecitudine materna della comunità cristiana.

La natura stessa del compito del padrino e della madrina esige che nella scelta si seguano non tanto criteri di parentela, di amicizia o di opportunità sociale, ma di esemplarità nella vita cristiana, tenendo conto che il padrino e la madrina di per sé non rappresenta la famiglia, ma la comunità cristiana che sostiene l’impegno educativo della famiglia.

I genitori devono pertanto preoccuparsi di scegliere una persona la cui vita sia coerente con la pienezza di testimonianza che deve dare al battezzando/cresimando. In concreto si deve trattare di un cristiano che partecipa con regolarità all’eucaristia domenicale e alla vita della parrocchia, in modo da essere di esempio al battezzando/cresimando e di poterlo incoraggiare e sostenere a diventare lui stesso membro attivo della comunità cristiana. Alla luce di questo criterio non possono coerentemente svolgere il compito di padrini e di madrine coloro che si trovano in situazioni matrimoniali irregolari, in particolare conviventi di fatto, cattolici sposati solo civilmente, divorziati risposati, in quanto tali situazioni, al di là delle disposizioni soggettive dei singoli, impediscono oggettivamente quella pienezza di testimonianza cristiana che il compito di padrino e di madrina esige.