Rapporti prematrimoniali

Perché non sono ammessi rapporti sessuali prematrimoniali ?

Anche tra moltissimi cristiani si sente apertamente manifestare almeno perplessità sulle ragioni che inducono la Chiesa a dichiarare non lecita l’intimità sessuale al di fuori del matrimonio.

In realtà il problema è che costoro queste ragioni, con onestà, non le vedono proprio. E si chiedono, allora legittimamente, cosa ci sia di male, come possa essere illecito qualcosa che dopo la cerimonia nuziale viene non solo ammesso ma anche innalzato a cosa grande e santa, perché ne sia negato il diritto a persone adulte e consenzienti che si amano sinceramente.

Il matrimonio fa di due corpi una sola carne, Dio ha disposto non solo la fusione delle anime ma anche dei corpi degli sposi per sempre. Un passo questo che, dal punto di vista di ciascuno degli sposi, significa donarsi reciprocamente non solo dal lato spirituale ma anche dal lato fisico. Uno degli aspetti più straordinari con cui Dio ha voluto sancire questa reciproca donazione umana è il suo dono al mondo di partecipare i coniugi del suo potere creatore. E ha ulteriormente arricchito questo suo dono per gli sposi con la sessualità che pertanto è a tutti gli effetti un dono divino ordinato alla vita, all’amore, alla fecondità.

Allora la risposta è semplice: fin tanto che non viene celebrato il sacramento del matrimonio, i due non si appartengono ancora completamente, non c’è stata la fusione e quindi il dono divino che solo ad essa consegue non può essere ancora goduto. Cedere alla sensualità alterando quest’ordine provoca l’illusione di una “fusione” già realizzata, quando invece si tratta piuttosto di “confusione”, cioè di una mescolanza senza distinzione e senza ordine. Questo nella migliore delle ipotesi. Perché sovente si assiste alla ricerca egoistica del piacere in cui “l’uomo invertendo l’ordine delle cose, cerca tali sensazioni come valore ultimo, disprezzando il bene e il fine a cui devono essere connesse e ordinate, le perverte, le snatura, trasformandole in peccato o in occasione di peccato” (San Tommaso). E’ triste vedere quando questo atteggiamento proviene da una sola delle parti a danno dell’altra con varie forme ricattatorie di richiesta di “prove d’amore”: a queste la controparte deve contrapporre saldamente l’invito di Dio ad amarlo ed ad amare gli altri secondo la verità e l’autenticità con cui Lui ci ama, “chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,39). Ne va della sua felicità.