Il sì

Cartolina-PAPA-FRANCESCO-NATALE

«Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse»

 

natale 2009

Natale, festa del Dio che nasce fra noi, facendosi uno di noi, per aprirci un futuro pieno di speranza, è annuncio di una grandissima gioia, la gioia che nasce dal sì di Dio, detto nella tenerezza e nella fragilità di quel Dio Bambino. Un sì che è il sì all’uomo, il sì alla vita e il sì a un futuro luminoso e bello per tutti. 

 “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio”, e quel Figlio dell’uomo è il Figlio di Dio venuto nella nostra carne: ecco

il sì di Dio all’uomo

che rivela tutta la dignità del nostro essere uomini e ci mostra quanto ognuno di noi sia importante per Lui. Natale vuol dire che Dio non è stanco degli uomini, che vuole anzi ancora impegnarsi per loro e che ognuno, anche il più piccolo fra gli esseri umani, ha per Lui un valore così grande da non esitare a mandare il Suo unico Figlio ad assumerne le gioie e i dolori, le speranze e le angosce, il presente e il futuro, la vita e la morte. A Natale impariamo da Dio ad essere e a volerci veramente umani: e proprio così impariamo a riconoscere in ogni persona l’immagine di Dio, la creatura che merita l’assoluto rispetto, a prescindere dalle sue qualità o capacità, dalla sua storia o dalla sua cultura. Chiunque sia l’essere umano che abbiamo davanti, giovane o vecchio, adulto o bambino, povero o ricco, sano o ammalato, qualunque sia il suo grado di cultura e la sua provenienza, il colore della sua pelle o la lingua che parla, l’impegno di giustizia e l’amore che gli è dovuto non ammettono eccezioni. Natale ci chiede di servire tutto l’uomo in ogni uomo, la dignità di ciascuno nella giustizia per tutti, il domani di ognuno nella pace per tutti. Il sì alla dignità della persona è allora il no alla guerra e alla sua potenza di distruzione, è il rifiuto della legge della forza perché si riconosca sempre la forza della legge. Natale ci ricorda che non ci sarà pace senza giustizia, senza volontà di dialogo con tutti, senza perdono richiesto e offerto a tutti.

         Il sì di Dio all’uomo si rivela così a Natale anche come

il sì alla vita

questo sì alla vita di ogni essere umano, in ogni sua fase e in ogni sua espressione, risuona in questo Natale particolarmente vibrante, di fronte a una cultura della morte che sembra volersi fare strada nelle coscienze. Se Dio ci ha dato la vita, chi ha il diritto di togliercela al di fuori di Lui, che solo sa qual è per ciascuno il bene più grande? Se Lui ha detto sì alla nostra vita facendola sua, chi può arrogarsi il diritto di togliere la vita a sé o ad un altro?

         Il sì alla vita si offre così a Natale come

il sì alla speranza ed alla gioia per tutti

se Dio si è impegnato con gli uomini fino a farsi uno di noi, costruire il futuro dell’uomo vuol dire celebrare la gloria di Dio. Il sì alla vita, è inseparabile da questo sì al domani dell’uomo nel domani di Dio. Il Bambino che nasce è l’inizio di questo nuovo futuro: accoglierlo, è impegnarsi a rendere più bella e più degna la vita di tutti, e a credere che questo sia possibile, nonostante tutto e contro ogni apparenza contraria. La ragione di questo impegno e di questa speranza non è in qualcosa, ma in Qualcuno, in Colui che “ha dato se stesso per noi”. Il domani non è più un orizzonte oscuro: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”. Non siamo soli in questa vita, non siamo soli in questo mondo: il Dio che è venuto fra noi, è il Dio con noi, e il Suo amore “ha moltiplicato la gioia, ha aumentato la letizia”. Come i pastori – poveri di tutto, ma liberi da tutto per potersi aprire pienamente alle sorprese dell’Eterno – anche noi siamo invitati ad accogliere il Bambino: al sì di Dio, ci è chiesto di rispondere col sì della nostra libertà, con un sì che sia detto insieme a Lui come sì all’uomo, alla vita e alla speranza, che può trasformare il dolore e vincerà la morte.

Chiediamo al Signore del sì la fede e il coraggio necessari per questo nostro sì, pregando con le parole semplici e belle del Corale di Bach, che ogni nota intese scrivere unicamente “zur Ehre Gottes” – “per la gloria di Dio”:

 

Come potrò accoglierTi,

in che modo incontrarTi,

o anelito di tutto il mondo,

o tesoro dell’anima mia?

Gesù, Gesù, poni

accanto a me la Tua fiaccola,

affinché ciò che Ti dà gioia

sia a me noto, da me riconosciuto.

Oh mio amato, piccolo Gesù,

preparati una culla pura e morbida

per riposare nello scrigno del mio cuore

affinché mai io mi dimentichi di Te!

…O mio Gesù, quando morrò

io so che non andrò perduto,

perché il Tuo nome sta scritto nel mio cuore

ed ha scacciato la paura della morte.

…O Gesù, sii Tu solo il mio desiderio,

o Gesù, siimi sempre nel pensiero,

o Gesù, non permettere che io vacilli!

…Io vengo a Te, Ti porto

quel che Tu mi hai donato,

il mio spirito, i miei sentimenti,

il mio cuore, l’anima mia, il mio coraggio:

accetta tutto

e fa’ che Ti sia gradito!

Amen!

(da J.S.Bach, Oratorio di Natale, 5. 9. 38. 42.59)

 

S.E. Rev.ma Mons. Bruno Forte - Arcivescovo Metropolita di Chieti-Vasto