Cristo e la Chiesa
Cristo e la Chiesa
La vostra fede, carissimi, non ignora - e sappiamo che così avete appreso dal Maestro che istruisce dal Cielo, nel quale avete riposto la vostra speranza - che il Signore nostro Gesú Cristo, il quale per noi patì, e risuscitò, è il Capo della Chiesa e che la Chiesa è il suo corpo
e, nel suo corpo l’unità delle membra e la compagine della carità è lo stato di perfetta salute. Chiunque, invece, si sarà raffreddato nella carità, è un membro malato nel corpo di Cristo. Ma colui che ha già esaltato il nostro Capo ha il potere di rendere la salute alle membra inferme, a condizione, però, che non siano recise da sfrenata empietà, ma si mantengano unite al corpo tanto da ricevere la salute. Infatti, di un qualsiasi membro che continua ad essere unito al corpo non è perduta la speranza di guarigione; invece quel membro che è stato reciso né si può curare né si può guarire. Di conseguenza, poiché egli è il Capo della Chiesa, e la Chiesa è il suo corpo, il Cristo intero è il Capo e il Corpo. Egli è già risorto. Abbiamo, quindi, il Capo in cielo. Il nostro Capo intercede per noi. Il nostro Capo, immune dal peccato e dalla morte, dispone Dio al perdono dei nostri peccati; così che anche noi, risorgendo alla fine dei tempi e trasfigurati per la gloria del cielo, possiamo seguire il nostro Capo. Dove infatti va il capo, anche le altre membra. Ma finché siamo quaggiù, siamo le membra, non disperiamo perché seguiremo il nostro Capo.
Considerate, perciò, fratelli, l'amore dello stesso nostro Capo. E già in cielo e si dà pensiero di qui fino a che la Chiesa è quaggiù nella fatica. Qui Cristo soffre la fame, qui è assetato, qui è nudo, è forestiero, è malato, è in carcere. Disse che sua è la sofferenza di tutto ciò che travaglia il suo corpo sulla terra; ed alla fine, separando lo stesso suo corpo alla destra e separando alla sinistra gli altri, dai quali al presente viene disprezzato, dirà a quelli che sono alla destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete il regno che è stato preparato per voi dall'origine del mondo. Per quali meriti? In verità, ho avuto fame e mi avete dato da mangiare e, quanto alle altre opere, si esprime in particolare così come se avesse ricevuto personalmente; al punto che quelli, non comprendendo, devono dire in risposta: Signore, quando ti abbiamo visto affamato, forestiero e in carcere? Ed egli a loro: Quando lo avete fatto ad uno solo dei miei piú piccoli, lo avete fatto a me. Anche nel nostro corpo, ugualmente, il capo è in alto, i piedi sono sulla terra; tuttavia, in una ressa, in mezzo alla folla, se capita che qualcuno ti pesti il piede, non dice forse il capo: Mi calpesti? Nessuno ha calpestato il tuo capo né la tua lingua; è in alto, è al sicuro, non gli è capitato nulla di male; e tuttavia, poiché per il vincolo operato dalla carità è una unità dal capo ai piedi, la lingua non si è distinta da essi, ma ha detto: Tu mi calpesti, sebbene nessuno l'abbia toccata. Perciò, come la lingua che nessuno tocca dice: Tu mi calpesti, allo stesso modo Cristo capo, che nessuno calpesta, ha detto: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare. Ed a quelli che non lo hanno fatto ha detto: Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare. E come ha concluso? Così: Quelli andranno nel fuoco eterno, i giusti, invece, nella vita eterna.