Padre nostro

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.  

Pater noster, qui es in coelis: sanctificetur nomen tuum; adveniat regnum tuum; fiat voluntas tua,sicut in coelo, et in terra. Panem nostrum cotidianum da nobis hodie; et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris; et ne nos inducas in tentationem; sed libera nos a malo. Amen.

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La lingua ebraica biblica, quella in cui è scritto l’Antico Testamento, non era più parlata all’epoca di Gesù; veniva comunemente usata nella liturgia sinagogale del sabato anche se ben pochi potevano comprenderla pienamente. Questa era la lingua letteraria conosciuta e capita solo dal ceto colto. Contemporaneamente vi era una variante più “popolare” della stessa lingua ebraica (la cosiddetta “lingua dei saggi” o “ebraico rabbinico”) caratterizzata da forme meno complesse e da un periodare più semplice. Questo secondo tipo di ebraico continuò ad essere parlato a Gerusalemme e in qualche altro centro minore della Palestina fin verso il 200 d.C.

Da molti secoli la lingua ebraica era affiancata dall' aramaico. Questa lingua era la lingua familiare che parlava il popolo in molti villaggi e cittadine della Palestina in particolare al nord (Nazareth, Cafarnao, ecc.) dove Gesù fu educato, crebbe e trascorse la maggior parte della sua vita. Anche al di fuori dei confini di questa regione era parlata e compresa.

Un episodio raccontato nel Vangelo di Luca (4,16-30) conferma che la lingua ebraica biblica era familiare a Gesù. In questo passo si dice che Gesù lesse il rotolo della legge (il profeta Isaia) nella sinagoga di Nazareth; certamente questa proclamazione fu fatta in ebraico. Le poche parole che Gesù aggiunse come commento furono enunciate più probabilmente in aramaico che era la lingua della “predica”, un po’ come nelle nostre chiese prima della riforma liturgica si proclamavano le letture in latino e l’omelia veniva pronunciata in italiano.

Mt.6,5-13: "Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro" 

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