Novena di Natale 2015

novena-2015

Carissimi ragazzi, qual è il regalo più grande che abbiamo chiesto in dono per questo Natale? Qual è il regalo più bello che abbiamo mai ricevuto in passato? Se ci pensiamo, ci vengono in mente tante cose: oggetti che desideravamo da tanto tempo, sorprese che non ci aspettavamo, incontri speciali. Ma… è tutto?
Kansbar, Melech e Belshar, i protagonisti della nostra storia per questa Novena di Natale, scopriranno che il dono più grande è qualcosa di straordinario, che tutti possiamo dare e ricevere. Seguendoli, ci ritroveremo insieme a loro davanti a Gesù e potremo assaporare la misericordia di Dio.
Entriamo con loro ogni giorno in questa storia e scopriamo quale grande dono sia il perdono, soprattutto quando è fatto… per-dono.

 

 

24 dicembre - nono giorno

  audio

   IL (PER)DONO PIU' GRANDE

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
 Signore Gesù,
 ormai il Natale è alle porte.
Aiutaci a farti spazio nel nostro cuore,
e rendici capaci di costruire
il perdono, la misericordia e la pace,
che Tu sei venuto ad insegnarci,
nascendo in mezzo a noi. 

 

la-storiaLA STORIA

Tre amici dopo tanti anni riconciliati e, grazie al perdono, capaci di scoprire cosa voleva insegnare loro quel vecchio saggio che li aveva aiutati a crescere. Sono talmente emozionati e commossi, Melech, Belshar e Kansbar, che quasi non si accorgono che la stella è sorta! Ma, mentre rivolgono gli occhi ancora una volta al cielo, dalla valle iniziano a provenire dei rumori sommessi; si vede una folla di persone scendere di corsa dai colli verso un piccolo fienile illuminato da una luce fioca, da dove salgono delle piccole urla acute… come di un bambino appena nato. Un bambino?! Non sarà certo un bambino quel “Re” della profezia! Ma che ricchezza e che potenza può avere un bambino, da donare al popolo che lo sta aspettando da secoli? Di fronte a queste domande anche i tre amici sono sconcertati: non capiscono! Ma sono soprattutto intelligenti e curiosi: lo sono sempre stati. C’è qualcosa da andare a vedere e non si tireranno certo indietro, nemmeno questa volta. Davanti alla capanna i tre amici indugiano: questa famiglia non ha certo l’aspetto regale che si aspettavano; eppure l’amore che sprigiona conquista tutti i presenti. E loro, circondati da umili persone che offrono latte, miele, coperte, si vergognano un po’, perché non hanno preparato doni per la giovane madre e il suo bambino. Ma d’un tratto si ricordano dei loro scrigni e delle parole del loro maestro: “Il tesoro che contengono è per dono”… … E così noi li ricordiamo: Melech, Kansbar e Belshar, (o, come siamo abituati a chiamarli traducendo i loro nomi: Melchiorre, Gaspare e Baldassarre), tre magi venuti da Oriente inginocchiati davanti a Gesù che nasce; tra le mani oro, incenso e mirra. Se gli dispiacque non poter godere loro stessi del contenuto dei tre scrigni, che avevano desiderato aprire per così tanti anni? No: non gli dispiacque affatto. Perché dopo diversi 19 anni capirono che in quei bauletti c’era qualcosa di speciale anche per loro tre: “Il tesoro è per-dono”. Era un tesoro diverso dagli altri e, incredibilmente, l’avevano ricevuto proprio quella notte, da un bambino appena nato, un bimbo che sembrava uguale a tutti gli altri e invece aveva riservato per quei tre amici, e per tutti gli altri amici in tutte le parti del mondo, il dono più grande di tutti. 

 

vangelo

 

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 2, 1.9-11)

In quel tempo. Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme […] Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 

 

commento

 

COMMENTO

Con la sua nascita Gesù ha stupito tutti! E cosa offrire a un Re che nasce umile come figlio di un falegname? I tre Magi stupiti offrono ciò che hanno: oro, perché è il regalo adatto a un Re; incenso, perché hanno riconosciuto che Gesù è il Figlio di Dio; mirra, perché capiscono già in quel momento che quel bambino, con la sua passione, morte e Risurrezione salverà il mondo. Ma in fondo al loro cuore sanno che è Gesù che ha fatto loro un regalo grande: attirandoli a sé li ha fatti incontrare e scoprire quanta gioia c’è nel perdonare e nell’essere perdonati. Anche noi, attirati da Gesù, non dobbiamo sprecare il dono grande che ci vuole fare: teniamo viva la grazia del Natale usando sempre il DONO del PER-DONO!!! 

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impegno

MI IMPEGNO

Davanti al presepe, insieme alla mia famiglia, dico una preghiera per la pace 

 

 

   

 

 PADRE NOSTRO

 

 

 

 

23 dicembre - ottavo giorno

  audio

   INSIEME E' PIU' BELLO

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
 Signore Gesù,
 grazie per gli amici che ci hai messo vicino.
Aiutaci ad essere uniti intorno a Te 
non solo in questo Natale, 
ma anche in tutti i giorni futuri.
Amen

 

la-storiaLA STORIA

Eccola: è qui. E’ la notte tanto attesa; il cielo brilla di stelle e un silenzio totale invade la valle. Ecco che arriva una carovana: sono in pochi, si sistemano su uno sperone di roccia, srotolando pergamene e accendendo un piccolo fuoco. La luce rivela il volto di un uomo baffuto…è Belshar, raggiante di entusiasmo! Poco dopo uno scricchiolio dell’erba secca annuncia l’arrivo di qualcun altro: è un uomo alto e magro con un cammello, che corre a piazzarsi pochi metri più in là, colmo di gioia per aver raggiunto la meta… Kansbar! I due vecchi amici sono tanto concentrati a scrutare il cielo che non s’accorgono l’uno dell’altro, finché non sentono una voce nota che, canticchiando, sta salendo la collina… è Melech! Al riconoscersi, i tre provano qualcosa di inaudito: tutti i rancori che li avevano separati svaniscono. Perché avevano litigato? Non si ricordano più; o, se si ricordano, non ha più importanza di fronte alla gioia di incontrarsi di nuovo. Forse questa è l’occasione che, nel profondo del cuore, tutti e tre desideravano: l’occasione, finalmente, di perdonarsi. Colmi di commozione si siedono l’uno accanto all’altro e, aspettando di veder comparire la stella, gli sguardi persi nella volta celeste, ricordano i tempi passati: gli esercizi di matematica, le costruzioni di Melech, le partite di pallone e… “… Gli scrigni!”, sussulta Belshar. “Ho tentato tantissime volte di aprire il mio”, confessa, “ma non ci sono mai riuscito”. “Pure io”, ammette Melech. “Anch’io”, sussurra Kansbar. “E’ che la mia chiave proprio non ci entra, nella serratura…” “Neanche la mia”, conferma Melech. “Neppure la mia”, dice Belshar. 17 Improvvisamente ai tre viene un’idea; estraggono dalle loro sacche i tre scrigni e le tre chiavi, si scambiano le chiavi e… “Si apre!”, esulta Belshar. “Anche i nostri!”, urlano gli altri due. Ciò che i tre scrigni contengono è qualcosa di indecifrabile: uno contiene dell’oro, l’altro dell’incenso, l’ultimo della mirra. I tre studiosi proprio non capiscono… Finché alla luce del falò non compare una scritta, incisa all’interno di tutti e tre gli scrigni: “La chiave per spalancare il cuore all’amore è dare modo agli altri di perdonarci”.

 

vangelo

 

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 23-24)

Disse Gesù:  Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te,  lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. 

 

commento

 

COMMENTO

Ci sono poche cose belle come far pace con un amico! Di colpo ci accorgiamo di quanto siamo stati sciocchi a correre il rischio di perdere qualcosa di così prezioso e - sorpresa delle sorprese - riusciamo persino a ridere insieme delle cose che ci avevano fatto litigare! E a noi piacciono le cose belle: perciò non perdiamo tempo e cerchiamo il modo di riconciliarci con tutti. Non arriviamo a Natale tristi o arrabbiati, perché c’è ancora qualche amico con cui non siamo in pace. Gesù stesso ce lo chiede: cerchiamo di liberare il nostro cuore da ogni rancore prima di gioire per la sua nascita, così la nostra gioia sarà piena. 

 

impegno

MI IMPEGNO

Oggi manca proprio poco al Natale… è ora di sciogliere tutti i rancori che ancora porto nel cuore. Mi impegno a chiedere perdono a qualcuno cui ho fatto un torto, a perdonare qualcuno che me lo chiede, a ricevere il perdono di Gesù.  

 

   

 PADRE NOSTRO

 

 

22 dicembre - settimo giorno

  audio

   UN'OCCASIONE DA NON PERDERE

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME

Signore Gesù,

la tua nascita è stata annunciata
dal sorgere di una stella.
Fa’ splendere anche per noi la luce del tuo amore,
perché possa guidarci fino a Te. 

Amen

 

la-storiaLA STORIA

Un giorno, scrutando nelle carte il movimento dei corpi celesti e facendo calcoli complicatissimi, Belshar, ormai astronomo affermato, fece una scoperta straordinaria: di lì a qualche mese una cometa sarebbe transitata a una distanza tale che sarebbe stato possibile vederla! Nell’euforia della scoperta, Belshar si ricordò anche del vecchio lavoro che aveva svolto dal saggio: gli antichi scritti che aveva studiato con Melech e Kansbar sostenevano che il passaggio di una cometa sarebbe stato segno di qualcosa di grande - la nascita di un Re. Non si poteva perdere un’occasione così! Belshar tornò a casa di corsa e raccolse tutte le sue cose, pronto a partire. In un angolo trovò quel vecchio scrigno, che gli sembrò di buon auspicio: caricò sul cammello anche quello e si mise in viaggio. Anche Kansbar, un giorno, sentì dei sapienti discutere animatamente in piazza del passaggio di un misterioso corpo celeste, calcolato da alcuni studiosi e previsto di lì a qualche mese. Gli Ebrei riponevano grande fiducia nel fatto che quell’ “astro” di cui si parlava indicasse il Messia, il Re che li avrebbe liberati; Kansbar era molto incuriosito, sentiva una forza d’attrazione verso quella stella. Forse era una follia, ma decise che doveva andare. E così, come tanti anni prima, preparò i bagagli. Sorpresa delle sorprese: da dentro il baule che stava preparando spuntò il vecchio scrigno che non era mai riuscito ad aprire e decise di portarlo con sé. Infine anche Melech sentì un suo caro amico parlare di quella famosa stella che avrebbe attraversato il cielo; tutti, nella zona, erano a conoscenza dell’antica profezia che vedeva in una stella il segno di un Re che doveva venire a conquistare il mondo. Senza indugio Melech preparò cammello e bagagli: raccolse tutti i suoi averi e anche quel vecchio scrigno che tanti anni prima aveva ricevuto in dono dal suo maestro. Tutti e tre, ritrovando gli scrigni, avevano ripensato a quel lavoro svolto insieme da ragazzi e, in fondo al cuore, ciascuno aveva ricominciato a sperare contro ogni logica di ritrovare i vecchi amici. Ma ancora più profondamente tutti e tre speravano che quel Re, che secondo le profezie l’astro annunciava, avesse qualcosa di importante anche per le loro vite. 

vangelo

 

Lettura del Vangelo secondo Luca (Lc 19, 1-6)

In quel tempo il Signore Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 

 

commento

COMMENTO

Il Signore non smette mai di sorprenderci! Ci dà sempre nuove possibilità per essere felici. Noi, però, quando ci sembra che tutto stia andando per il meglio, rischiamo di lasciare spegnere il nostro entusiasmo e di ritrovarci, in breve tempo, un po’ annoiati. Il Signore invece non si ferma mai e ci vuole sempre pronti a metterci in cammino, mossi dalla curiosità di scoprire che cosa ha in serbo per noi. Vogliamo vivere questa novena non solo come l’attesa di una bella giornata di festa che ritorna ogni anno e che ci porta qualche regalo, un po’ di vacanze e qualche buon proposito, ma come l’occasione che Gesù ci sta offrendo per rimetterci in moto, con più passione e slancio, verso l’incontro con lui.

 

impegno

MI IMPEGNO

Domani organizzo il mio tempo per fare i compiti delle vacanze. 

 

  

 PADRE NOSTRO

 

 

21 dicembre - sesto giorno

  audio

   DA SOLI MANCA QUALCOSA

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME

Signore Gesù,

qualche volta noi rinunciamo
alle cose che ci rendono più felici
solo perché non vogliamo ammettere i nostri errori.
Aiutaci Tu a riconoscere le cose davvero importanti
e a non sprecarle mai.

Amen

 

la-storiaLA STORIA

All’anziano maestro luccicavano gli occhi mentre Melech, Kansbar e Belshar si presentarono alla porta con i loro bagagli per salutarlo: ormai vivevano presso di lui da molti anni, erano cresciuti insieme ed egli vi si era affezionato molto. Prima di congedarli, il saggio estrasse da un baule polveroso tre scrigni, affidandone uno a ciascuno dei suoi pupilli. “Il tesoro che essi contengono è per dono”, disse, allungando ai ragazzi anche tre chiavi, una ciascuno. “Ma non aprirete gli scrigni fino a quando non sarà giunto il momento”. “E quando sapremo che è giunto il momento?”, obiettò Melech, affascinato dal piccolo baule che rigirava fra le mani. “Lo saprete”, rispose, enigmatico, l’anziano; e, fissatili un’ultima volta, si allontanò da loro, lasciando che essi partissero. Passarono gli anni, i ragazzi crebbero, diventarono adulti e raggiunsero successo e fama grazie ai loro studi. Nessuno dei tre, però, dimenticò gli anni trascorsi alla scuola del saggio. Nessuno dei tre, in particolare, riuscì a cancellare del tutto quella strana malinconia che sopraggiungeva quando ripensavano alla loro infanzia, al maestro, al loro lavoro vincente, alla festa saltata: era una ferita che non si rimarginava nemmeno nei momenti felici, perché riconoscevano che alla loro felicità mancava qualcosa – mancava quell’amicizia speciale che non erano stati in grado di custodire e che nemmeno adesso, adulti, avevano il coraggio di recuperare, perché troppo orgogliosi per fare il primo passo. I tre scrigni ricevuti in dono erano lì a ricordargli perennemente la bellezza di ciò che avevano perso per colpa loro: alcune volte, anni prima, tutti e tre avevano cercato di aprirli, ma senza successo. Nel tempo si erano arresi e avevano smesso di provarci.

 

 

vangelo

Lettura del Vangelo secondo Luca (Lc 15, 11-20)

In quel tempo disse ancora Gesù: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.

 

commento

 

COMMENTO

A volte sarebbe bello dare un bel colpo di spugna e cancellare tutti i nostri peccati, far finta di niente e dimenticare i nostri errori, soprattutto quando i nostri comportamenti ci hanno fatto allontanare dai nostri amici più cari o ci hanno fatto litigare con le persone a cui vogliamo più bene. Sarebbe bello, ma indietro non si torna! All’inizio possiamo sentire il rimpianto per i nostri gesti sbagliati, sentiamo la mancanza dei nostri amici che abbiamo ferito, ma poi lasciamo che il tempo faccia passare la tristezza. Gesù non la pensa così: è vero, a volte il tempo può servire a ricucire gli strappi provocati dal peccato, ma solo un pentimento sincero può farci davvero ritornare sui nostri passi con un cuore nuovo e con il desiderio di ripartire con una marcia in più.

 

impegno

MI IMPEGNO

Domani mattina inizierò la giornata con una preghiera breve ma fatta col cuore. 

 

 

 PADRE NOSTRO

 

 

 

20 dicembre - quinto giorno

  audio

   LA POSSIBILITA' (SPRECATA)

 

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME

Signore Gesù, il Natale deve essere una festa per tutti.
Quest’anno noi vogliamo mettere da parte
il nostro orgoglio e i nostri rancori
per rendere la festa ancora più bella.
Aiutaci Tu a mettere tutto il nostro impegno,
affinché tutti possano vivere nella gioia

Amen

 

 

 

la-storiaLA STORIA

Ormai da qualche giorno Melech, Kansbar e Belshar non si parlavano più. Ma questo non interessava solo loro tre: tutti si aspettavano che essi organizzassero la festa della scuola, ma ormai mancavano poche settimane e nessuno dei tre ex amici aveva la minima intenzione di fare pace con gli altri. Per il maestro sapersi perdonare e coltivare relazioni sincere era importante più della matematica, dell’astronomia e della letteratura: perciò non poteva tollerare che i ragazzi fossero dei bravissimi studiosi, ma dei pessimi amici. Allora, saggiamente, pensò che quella poteva diventare una grande occasione per i tre ragazzi: avrebbe considerato la preparazione della festa come il vero esame di fine anno! I tre ragazzi potevano dimostrare di aver imparato a mettere da parte i loro risentimenti e a usare i loro doni per il bene degli altri, organizzando con cura una festa per tutti. Ma passavano i giorni e nessuno dei tre faceva il primo passo; il maestro li invitò più volte a fare pace, ma Melech, Kansbar e Belshar, bloccati dall’orgoglio, non volevano mettersi d’accordo. Arrivò il giorno stabilito per la festa, ma la festa non ci fu, per colpa di Melech, Kansbar e Belshar. Per i tre ragazzi la prova di fine anno era fallita: non erano riusciti a capire quello che il loro maestro intendeva insegnare loro; per questo, avendo essi dimostrato di non essere in grado di mettere la loro intelligenza a servizio degli altri, il saggio fu costretto a bocciarli. Feriti nell’orgoglio e convinti non aver più bisogno di nessuno, i tre ragazzi decisero di abbandonare la scuola e di andare ciascuno per la sua strada.

 

vangelo

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 18, 19-22)

In quel tempo il Signore Gesù disse: «In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro». Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò PERDONARGLI? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

  

commento

COMMENTO

Come sarebbe bello riuscire ad andare sempre tutti d’accordo; confrontarci e dirci le cose con onestà e rispetto e cercare insieme le soluzioni ai problemi, tenendo conto del punto di vista di tutti. È difficile farlo, però, e cosi spesso ci perdiamo dietro accuse, litigi, incomprensioni. Quanto è difficile, poi, mettere da parte l’orgoglio e fare il primo passo per ricucire un rapporto che si è guastato? Aspettiamo sempre che sia l’altro a fare il primo passo, a cercarci, a chiederci scusa; poi, però, dobbiamo tenerlo sulle spine: il nostro perdono costa caro, se lo deve sudare. E noi diamo solo una possibilità: al secondo passo falso non siamo più disposti a perdonare. Come è grande, invece, Gesù! Lui non mette un freno alla misericordia e alla bontà. Perdona tutti e non una volta, non sette, ma settanta volte sette, cioè sempre! Gesù vuole nascere in un mondo in cui gli uomini sappiano parlare e confrontarsi con rispetto e cordialità; vuole nascere in un mondo in cui tutti lavorino per costruire la pace, che è possibile solo se impariamo a perdonarci.

 

 

impegno

MI IMPEGNO

Provo a pensare se c’è qualcuno cui ho fatto del male per invidia e mi impegno a chiedergli perdona. 

 

 

PADRE NOSTRO

 

 

 

19 dicembre - quarto giorno

 audio

  L'INVIDIA: UN'INFIDA NEMICA

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
Tu ci insegni a gioire insieme ai nostri amici
e a desiderare il bene per tutti.
Avvicinandoci al Natale, ti chiediamo di aiutarci
a liberarci dalle invidie e dalle gelosie
che a volte sentiamo nei confronti degli altri.

Amen

 

  

 

la-storiaLA STORIA

Per tradizione il vincitore del premio per il miglior progetto dell’anno organizzava sempre una grande festa a cui tutti gli altri ragazzi erano invitati, insieme al maestro. Si cucinavano deliziosi dolci e si preparavano delle grandi tazze di tè che venivano servite nelle porcellane più preziose della credenza del saggio, per festeggiare insieme la fine dell’anno. Melech, Kansbar e Belshar, con il loro lavoro sul manoscritto e le stelle, si aggiudicarono l’organizzazione della festa di fine anno. I tre si buttarono a capofitto nell’organizzazione; purtroppo, però, quello slancio generoso era destinato a durare poco. Successe infatti che, al campo, uno dei loro abituali compagni di gioco, geloso dell’amicizia che univa Melech, Kansbar e Belshar e invidioso del progetto che avevano realizzato insieme, prese in disparte i tre ragazzi, uno per volta, e a ciascuno disse di aver sentito che gli altri due “sparlavano” di lui in sua assenza. I tre amici non potevano crederci, ma alla fine si lasciarono convincere dall’insistenza del loro compagno di gioco, che ripeteva ostinatamente e senza vergogna le sue bugie. Il patatrac era combinato: da quella sera i ragazzi si sentirono traditi e non si rivolsero più la parola!

 

vangelo

 

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 1-8)

In quel tempo. Il Signore Gesù, salito su una barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “TI SONO PERDONATI I PECCATI”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

 

commento

 

COMMENTO

Sappiamo essere felici per le cose belle che capitano agli altri? Qualche volta sì, ma a volte siamo quasi infastiditi se non siamo noi i protagonisti. Ci sembra che agli altri vada sempre tutto bene e invece per noi ci siano solo delusioni; che gli altri raccolgano sempre successi e a noi vada tutto storto. A volte, di fronte alla gioia di un amico, siamo un po’ invidiosi e vorremmo essere noi al suo posto; ma l’invidia spesso ci fa compiere gesti sbagliati, di cui non andare fieri; l’invidia ci fa dire cose di cui dovremmo pentirci; l’invidia crea divisioni e non comunione. Anche Gesù è stato emarginato, insultato, accusato da chi era invidioso dei suoi gesti di bontà, dei suoi miracoli, del perdono che offriva ai peccatori. Avvicinandoci al Natale vogliamo imparare a riconoscere che le cose belle che succedono agli altri possono essere motivo di gioia anche per noi. 

 

 

impegno

 

MI IMPEGNO
Provo a pensare se c’è qualcuno cui ho fatto del male per invidia e mi impegno a chiedergli perdona. 

 


 

 

PADRE NOSTRO

 

 

 

18 dicembre - terzo giorno

 audio

  UN DONO DA CONDIVIDERE

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
Signore Gesù,
ognuno di noi ha molti doni;
aiutaci a scoprirli
e a farli diventare
una ricchezza da offrire,
in questo Natale,
alle persone che ci sono vicine.

Amen

  

 

la-storiaLA STORIA

Alla scuola del saggio maestro vigevano delle strane regole: egli infatti non dava i soliti compiti, ma aiutava i ragazzi a scoprire quale, tra le materie, li appassionasse di più; a fine anno ogni studente doveva presentare un progetto in cui dimostrava di essersi appassionato davvero a qualcosa. Ogni anno, appena cominciavano le lezioni, i ragazzi iniziavano a riflettere svogliatamente su quale materia piacesse loro di più, ma poi capitava una cosa straordinaria: da un piccolo interesse, coltivato, nascevano dei veri sogni che poi, con fantasia, erano proprio i ragazzi a trasformare in originali progetti da presentare come prova finale! Quell’anno anche Melech, Kansbar e Belshar furono invitati ad iniziare a pensare ai loro progetti. Belshar era affascinato dall’osservazione del cielo stellato: trascorreva notti intere a scrutare il cielo; perciò aveva pensato di riprodurre su una grande pergamena una mappa delle costellazioni dipinta da lui. Kansbar non smetteva mai di leggere: aveva imparato le lingue più antiche per tradurre i volumi che trovava nella grande biblioteca; nel corso dell’anno aveva letto un antico manoscritto che lo aveva incuriosito moltissimo, così pensava di approfondire, come lavoro finale, tutti i legami che intrecciavano quel racconto affascinante ad altre leggende. Melech era bravissimo in matematica: era capace di fare calcoli difficilissimi. Il problema era che non riusciva a trovare nessun’idea originale per trasmettere la sua passione per la matematica. Insomma: Melech, per il lavoro finale, era un po’ a corto di immaginazione. 7 Kansbar e Belshar, vedendo il foglio delle idee di Melech rimanere desolatamente bianco, iniziarono a prenderlo in giro credendosi migliori di lui. Nonostante le molte idee, però, presto divenne chiaro che anche ai loro progetti mancava qualcosa, ma i due erano troppo orgogliosi per ammetterlo a voce alta. Finché Melech ebbe un’intuizione che poteva essere utile a tutti e tre: avrebbero potuto preparare una cosa ancora più originale e bella se avessero unito le loro energie per un solo scopo! Infatti il manoscritto di Kansbar, di tradizione ebraica, parlava di un “astro che nasce da Giacobbe”. Lui avrebbe voluto scrivere un trattato su quello che il manoscritto diceva: ma non conosceva per niente l’astronomia! Con l’aiuto di Belshar potevano interpretare l’antico racconto e addirittura fare una mappa del cielo indicato dagli antichi. E in più potevano persino calcolare dove e quando quell’astro sarebbe sorto, grazie alle capacità matematiche e alla conoscenza della geografia di Melech! Così, unendo i doni che ciascuno di essi aveva scoperto di possedere, i tre amici riuscirono nell’intento di realizzare il lavoro più bello dell’anno.

  

vangelo

 

Lettura del Vangelo secondo Giovanni (Gv 6, 5-13)

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

 

commento

COMMENTO

Accorgersi di avere un dono speciale è una cosa che ci riempie di gioia!
Ciascuno di noi ha molti doni che sono una ricchezza di cui deve imparare a rendere grazie. Anche il tesoro più prezioso, però, non serve a nulla se rimane sempre chiuso in una cassaforte; dobbiamo imparare a usare i nostri doni per la nostra felicità e per la felicità di chi ci circonda, senza sprecarli, ma senza nemmeno esserne gelosi.

Se tutti imparassimo a non tenere solo per noi i nostri doni scopriremmo un tesoro più grande, fatto anche della “ricchezza” degli altri. Anche se a volte quello che possiamo dare ci sembra poco (il ragazzo del vangelo aveva solo cinque pani e due pesci) non tiriamoci indietro: offriamolo a Gesù e lui saprà farne grandi cose.
Prepariamoci a vivere il Natale ricordando che anche Dio Padre ci ha donato suo tesoro più prezioso: suo Figlio Gesù.

 

impegno

MI IMPEGNO
Domani provo a non tirarmi indietro quando mi viene chiesto qualcosa che sono in grado di fare.

 

 

 

PADRE NOSTRO

 

 

 

17 dicembre - secondo giorno

audio

 UN AMICO IN PIU'

 

CANTO 

 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
Signore Gesù,
Tu vuoi essere nostro amico,
ma qualche volta noi ti lasciamo in disparte.
Tu, però, non perdi mai le speranze con noi
e ti fai incontrare, ogni giorno,
nelle persone che ci metti vicino.
Aiutaci, Signore, a comportarci da amici con tutti.

Amen

 

 

la-storiaLA STORIA

 In tutta la Mesopotamia la saggezza del vecchio era rinomata, perciò le famiglie facevano di tutto per mandare i loro figli a imparare dall’anziano maestro. Così la casa dell’uomo era piena di ragazzi provenienti da ogni dove, arrivati lì per imparare a leggere, scrivere, far di conto, ma soprattutto per cercare di carpire i segreti della sua sapienza. Tra i suoi discepoli si distingueva in particolare una coppia inseparabile: erano Melech e Belshar, due vivacissimi ragazzini di nove anni, amici per la pelle; il primo era giunto fin lì dal Nord, il secondo invece era originario del Sud del Paese. Vicini di banco al mattino, complici quando arrivava l’ora di fare i compiti, sempre insieme in squadra quando tutti i ragazzi si sfidavano in lunghissime partite a pallone nel campo del villaggio: Melech e Belshar non si lasciavano mai. Un giorno dal saggio arrivò un nuovo ragazzo, si chiamava Kansbar e veniva da una città molto lontana, alle porte dell’Asia. All’inizio nessuno accolse con particolare generosità il nuovo arrivato: parlava un dialetto strano, non sapeva giocare granché bene a calcio; e poi i ragazzi stavano già bene nei loro gruppetti di amici così com’erano, non avevano bisogno di un nuovo amico! Pian piano, però, approfondendo la conoscenza, proprio Melech e Belshar si accorsero che Kansbar aveva delle qualità che lo rendevano sì diverso da loro, ma altrettanto simpatico. Così iniziarono a giocare con lui quando veniva escluso dagli altri e a fare delle gare di corsa insieme in paese (quelle non avevano bisogno di spiegazioni, quindi Kansbar capiva facilmente), col risultato che, ben presto, l’inseparabile duo non era più un duo: stava già diventando un trio!

 

vangelo

Lettura del Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 40-42)

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

   

commentoCOMMENTO

Come è difficile, a volte, adattarsi alle novità!

Come è difficile, a volte, fare entrare qualcuno di nuovo nella nostra cerchia di amici, soprattutto se è insicuro, timido o un po’ impacciato. Ci vuole coraggio a uscire dal coro e ad andare controcorrente, ma Gesù ci chiede proprio questo: essere accoglienti con tutti, in particolare con i più “piccoli” e con quelli che tutti gli altri lasciano in disparte e che hanno sbagliato. Quando è nato, Gesù è stato accolto dai pastori, persone semplici e umili che hanno saputo guardare oltre l’apparenza e riconoscere il bisogno della famiglia di Nazareth. Anche noi vogliamo imparare ad essere accoglienti con gli altri, coraggiosi di fronte alle novità e generosi nel perdonarci.

  

impegnoMI IMPEGNO
Domani faccio attenzione agli altri e, se mi accorgo che qualcuno viene escluso, provo a fare io il primo passo per accoglierlo. Alla sera prego per lui.

 

 

PADRE NOSTRO

 

 

 

16 dicembre - primo giorno

audio

LA SAGGEZZA DI UN MAESTRO

CANTO 

G.         Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
T.         Amen

 

PREGHIAMO INSIEME
Signore Gesù,
Tu ci hai messo vicino dei maestri
che ci indicano la strada per arrivare fino a Te,
e noi anche in questi giorni che ci avvicinano al Natale
vogliamo metterci in cammino per incontrarti.
Grazie, perché Tu ti lasci sempre trovare
da chi ti cerca con cuore sincero.
Amen

 

 

la-storiaLA STORIA

Questa storia comincia tanto, tanto tempo fa in un villaggio della Mesopotamia: lì viveva un vecchio saggio, stimato da tutti fin oltre ai confini del paese per la sua sapienza.
Egli non si vantava mai della propria intelligenza, ma la metteva a servizio di tutti con semplicità. Amici traditi, coppie litigiose, persone in crisi si rivolgevano a lui confidandogli i loro problemi e l’uomo aveva quell’abilità rara di trovare sempre la parola capace di confortare la gente e infondere il coraggio di affrontare e risolvere le questioni.
La maggior parte delle volte l’anziano si limitava ad ascoltare attentamente le storie che le persone gli portavano, accarezzandosi di quando in quando la lunga barba bianca. Poi, con voce calma e profonda, faceva due o tre domande che rivelavano i sentimenti veri di chi stava parlando. Infine, pronunciava un’unica parola: «Perdona!». Sembrava sempre facile, a lui. Ma effettivamente molte volte quell’unica parola era stata in grado di sanare fratture che parevano definitive tra persone che, grazie al saggio, scoprivano di volersi ancora bene. Perdonare, diceva sempre il saggio, significa innanzitutto comprendere.
Una volta, per esempio, era successo che una signora andasse a lamentarsi da lui perché da qualche tempo dal suo giardino, il più rigoglioso del villaggio, venivano rubate delle rose. La signora aveva poi scoperto che si trattava di una serva, che entrava di nascosto nel giardino all’alba e coglieva i fiori: così chiese al saggio quale fosse la giusta punizione da impartirle per i ripetuti furti. Ma l’anziano la spiazzò: le domandò se sapeva per quale motivo la serva rubasse le rose. La signora non seppe rispondere e il maestro le suggerì di tornare da lui solo una volta conosciuta la risposta.
Tuttavia, lei non fece mai ritorno: non fu necessario. Una mattina, dopo che la serva aveva rubato per l’ennesima volta le rose, la donna la seguì, camminando nell’ombra fino a che la ladra entrò nel cimitero del villaggio. Grandi furono la sorpresa e l’imbarazzo della signora, quando capì che le rose, che ogni mattina la serva tagliava, venivano poste con amorevole cura dalla ragazza sulla tomba di suo marito. Dopo quel giorno la signora non solo non punì la serva, ma la perdonò.

 

vangeloLettura del Vangelo secondo Luca (Lc 11, 1-4)

In quel tempo. Il Signore Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse:
«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: 
«Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

 

commentoCOMMENTO

Tutti noi abbiamo bisogno di maestri; spesso crediamo di poter contare solo su noi stessi, di avere tutte le risposte, di non dover rendere conto a nessuno delle nostre azioni. Arrivano dei momenti, però, in cui anche noi sentiamo il bisogno di chiedere qualche buon consiglio a chi è più esperto, più saggio, più maturo. Anche i discepoli si rivolgono al loro maestro, Gesù, per imparare una cosa importante in cui si sentono ancora insicuri: la preghiera!
All’inizio di questa Novena di Natale anche noi vogliamo chiedere al Padre di aiutarci a capire come preparare il nostro cuore ad accogliere Gesù che nasce, attraverso la preghiera, l’ascolto dei nostri maestri e il perdono dei nostri fratelli.

 

impegnoMI IMPEGNO
Penso a un motivo per cui voglio ringraziare un mio «maestro» (genitori, nonni, insegnante, catechista, educatore, allenatore…) e trovo il modo per dire «grazie!»

 


PADRE NOSTRO