Note e foto storiche
Nel 1937 l’Arcivescovo di Milano, il Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, decise, con il favorevole parere del Capitolo Cattedrale, di celebrare il quarto centenario della nascita di San Carlo Borromeo, fornendo di nuove chiese la periferia di Milano. Tra le altre venne scelta la zona Acquabella-Monforte-Città Studi, e si stabilì di costruire la chiesa in fondo a Viale Argonne, prima del cavalcavia della ferrovia (allora di recente costruzione).
Il Cardinale Schuster volle dedicare la nuova chiesa ai Santi Martiri Nereo ed Achilleo, Patroni del suo predecessore, il Cardinale Achille Ratti, salito al soglio pontificio con il nome di Pio XI: “Appena il grande Pontefice Pio Xi, al secolo Achille Ratti, apprese del vasto disegno concepito a Milano di provvedere agli urgenti bisogni religiosi della periferia con la costruzione di quattordici nuove chiese parrocchiali, egli ne intuì subito l’importanza, la difficoltà, l’urgenza e, derogando per una volta alla sua norma di non inviare sussidi pecuniari oltre Po, fece rimettere la somma di un milione per la costruzione di una chiesa da dedicare al suo santo patrono: S. Achilleo. Aggiungeva che quel limitato capitale lasciava ad altri la possibilità di fare un gesto ancora più generoso del suo, senza alcuna offesa.” Così scriveva il Cardinale Schuster in data 24 novembre 1940 (II Domenica di Avvento di quell’anno) in una lettera indirizzata “al Sac. Don Guido Agustoni, primo parroco della basilica dei SS. Nereo e Achilleo”. Questa è l'origine e il motivo del titolo della Parrocchia.
La nuova chiesa venne progettata dall’ingegner Giovanni Maggi. Egli la concepì di tipo basilicale, con una navata centrale e due navate laterali. La lunghezza complessiva della chiesa sarebbe stata di 65 metri e la larghezza di 28 metri (di cui 18 per la navata centrale e 5 per ciascuna delle navate laterali). Nel presbiterio si pensò di porre l’altare sotto un ciborio, che avrebbe potuto ricordare, nella sua costruzione, quello della Basilica romana dedicata ai Santi Martiri Nereo e Achilleo. La chiesa sarebbe inoltre stata sormontata da un tiburio, con tre ordini di finestre, quasi a a ricordare il triregno papale. All’esterno un grande quadriportico si sarebbe sviluppato a partire dei lati della facciata, dando accesso da un lato al Battistero e dall’altro alla Casa Parrocchiale. Così si diede inizio ai lavori, ma purtroppo essi procedettero a rilento, a causa sia della scarsità di fondi, sia di infiltrazioni di acqua, che costrinsero a lenti lavori di sterro e drenaggio.
Quando, il giorno 11 febbraio 1939, moriva Pio XI, i lavori erano ancora nelle fasi iniziali. Tuttavia il Cardinale Schuster continuava ad adoperarsi con vigore affinché i lavori continuassero. Quale Vicario della nuova Parrocchia l’Arcivescovo designò don Guido Augustoni. Il cantiere era circondato dalla campagna, ma la zona si andava sempre più popolando, tanto che la sedeprovvisoria della parrocchia (e cioè l’oratorio “Guglielmo Castelli” di Via San Benigno) non era più sufficiente a contenere i fedeli che partecipavano alle funzioni. Le Suore di Maria Bambina vennero in aiuto mettendo generosamente a disposizione di Don Augustoni la Cappella dell’allora Istituto Magistrale Femminile di via Amadeo 11.
Il 6 dicembre 1940 il Cardinale Schuster (nella foto) poteva consacrare l’edificio e l’altare della nuova chiesa. Due anni dopo, il 14 agosto 1942, terminata l’esecuzione degli affreschi del Battistero da parte del pittore Pietro Fornari, lo stesso Cardinale consacrava l’altare del Battistero, riponendovi le reliquie dei Santi Martiti Ippolito, Adria, Paolina, Neone e Maria, ricevute da Roma. Venne scelto questo giorno, festa di S. Alfredo, perché era il giorno onomastico del Cardinale, e del mecenate che aveva donato l’edificio, Alfredo Castelli. La chiesa appena inaugurata fu coinvolta nel momento più drammatico della seconda guerra mondiale. Milano fu ripetutamente bombardata e intere famiglie si ritrovarono senza tetto; alcune vennero ospitate nei locali dell’Oratorio. La chiesa stessa fu colpita da uno spezzone incendiario, i cui danni sono ancora osservabili al centro della navata principale. Nei sotterranei della chiesa vennero accatastati mobili e masserizie. Venne fatto tutto il possibile per aiutare chi era in difficoltà, e si invocava con fervore la protezione di Dio e della Beata Vergine Maria sulla nuova chiesa. Al termine della guerra, i danni subiti dalla chiesa erano stati pochissimi. I fedeli vollero ringraziare la Beata Vergine Maria per la sua intercessione: cosi', sul fianco della chiesa opposto a quello della sacrestia, nel locale originariamente destinato a penitenzieria, fu eretta una cappella in onore della Madonna di Fatima.
L’ampiezza del territorio della Parrocchia e il grande numero dei parrocchiani suggerì, negli anni ’50, la costruzione di una chiesa sussidiaria, in via Saldini, edificata in stile moderno: un esempio paradigmatico di ecclesia domus.
Nel 1964/65 nella Chiesa Parrocchiale l’altare maggiore venne significativamente modificato: in seguito alle disposizioni del Concilio Vaticano II, e venne rifatto il ciborio (architetto E. Cavalletti), riflettendo da vicino quello della Basilica madre in Roma. Esso venne consacrato da S.E. Monsignor Anacleto Cazzaniga, Arcivescovo di Urbino, domenica 16 maggio 1965, in occasione della Festa Patronale. Nella rimozione del vecchio altare maggiore, nel loculo delle reliquie, fu ritrovata la pergamena scritta in latino dalla mano del Beato Cardinale Schuster. La traduzione italiana è la seguente:
Io, Ildefonso sacerdote cardinale del titolo dei Santi Martino e Silvestro, Arcivescovo di Milano, ho consacrato questa chiesa e questo altare in onore dei Santi Martiri Nereo ed Achilleo, ed ho posto nel loculo le reliquie dei Santi Martiri Nabore e Felice, Sant’Arialdo e anche quelle di San Galdino e San Giovanni Vianney (Curato d’Ars). A tutti i singoli fedeli ho concesso un anno di indulgenza e a coloro che visiteranno la chiesa nel giorno anniversario della consacrazione concedo 100 giorni di vera indulgenza secondo le forme stabilite dalla Chiesa.
Attestato della consacrazione dell’altare maggiore nella chiesa parrocchiale dei Santi Martiri Nereo e Achilleo di Milano. Nell’anno 1965, giorno 16, mese di maggio, io Anacleto Cazzaniga, Arcivescovo di Urbino, ho consacrato l’altare in onore dei Santi Martiri Nereo ed Achilleo, ed ho posto le reliquie dei Santi Martiri Nereo ed Achilleo, Nabore e Felice, Sant’Arialdo, San Galdino e San Giovanni Vianney (Curato d’Ars): A tutti i fedeli presenti ho concesso l’indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla Chiesa.
Negli ultimi decenni il complesso basilicale è stato oggetto di nuove acquisizioni (come le vetrate artistiche nei primi anni 1970 e l’organo a canne nel 1979) e di continui interventi di conservazione e restauro (recenti ristrutturazioni importanti hanno anche riguardato altre strutture della Parrocchia, come la Cappella Dio Padre di Via Saldini e l’Oratorio San Carlo con la sua Cappella e l’annesso Teatro Castelli). Di particolare rilievo i restauri degli importanti ciclo di affreschi di Vanni Rossi nella Cappella della Madonna di Fatima e nella Basilica, la ristrutturazione della Sacrestia e dei locali sovrastanti da destinare ad una Casa di Accoglienza, e la recentissima (ottobre 2006) riapertura solenne del bel Battistero voluto dal Cardinale Schuster, tornato a nuovo splendore dopo un accurato intervento di manutenzione conservativa.
Per raggiunti limiti di età di don Ferdinando Rivolta, dal 1 settembre 2008 la Parrocchia è retta da don Gianluigi Panzeri.
Vista dalla cupola dell'abside della Basilica delle case minime che in viale Argonne sostituirono le baracche nel 1947 |
Baracche costruite sul sedime ex-ferroviario nell'area oggi occupata dalle scuole (via Cova / Cucchi / Mezzofanti) |
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Fine anni '20 - Piscina Ponzio in costruzione |
Anni '20 - Via Amadeo angolo via Aselli |
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Mons. Augustoni e una classe |
Viale Argonne (da piazza Susa) -1930 |
Via Negroli, set del film di Vittorio De Sica Miracolo a Milano. Il palazzo in alto a sinistra, oggi ancora esistente, è all’angolo di viale Corsica. |
Chiesa dei Santi Nereo ed Achilleo, viale Argonne in una cartolina viaggiata nel 1941. Non si vede ancora la Casa Parrocchiale (costruita nel 1958) e sulla destra si vedono i binari e la linea aerea del tram. |
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