GIOVANNI BATTISTA
Premessa: Note tecniche.
Il dipinto di Iulian Rosu ricco di vivaci cromie è stato collocato martedì 13 aprile sulla parete sinistra – dedicata alle domeniche dell’Avvento - della navata centrale della basilica. La grande icona fa riferimento alla pagina del Vangelo di San Giovanni che si legge durante la S. Messa nella Quinta Domenica d’Avvento [1] che nel rito ambrosiano porta il titolo di “Domenica del Precursore”.
Come le altre icone, anche questa che presenta Giovanni Battista, definito, appunto, “il Precursore”, è stata eseguita su uno speciale supporto di tela e sottile legno prodotto dalla ditta TABU di Cantù. La superficie di circa 20 mq è stata dipinta con le tecniche delle antiche icone, usando cioè solo pigmenti naturali e minerali misti a tuorlo d’uovo con funzione di legante. Anche per questa icona sono serviti più di 400 tuorli d’uovo.
Il pittore sempre attento ai suggerimenti di don Gianluigi Panzeri ha rappresentato con grande fedeltà le pagine dei primi capitoli del Vangelo di Giovanni dedicate alla figura di Giovanni che battezzava nel fiume Giordano, integrandole con alcune sottolineature di forma e di colore che esaltano l’avvenimento e consentono una più approfondita “lettura” da parte dei fedeli che numerosi frequentano le liturgie nelle domeniche.
Presentazione del dipinto
In questo dipinto è centrale la figura di Giovanni Battista, definito il “Precursore” perché con la sua profetica predicazione ha annunciato la venuta di Gesù, l’Atteso, invitando la gente che accorreva per ricevere il battesimo a preparane la venuta.
Del Battista [2] se ne parla in tutti e quattro i Vangeli, ma il dipinto di Rosu presenta in particolare la versione di San Giovanni che viene letta nel ciclo di questa domenica.
Il Precursore campeggia al centro di un ambiente caratterizzato da taglienti e aspre rocce quasi a rappresentare visivamente il tono della predicazione di Giovanni, “voce che grida nel deserto” (Gv 1,23).
Il Battista è ritto, eloquentemente, con i piedi su una roccia all’interno del fiume Giordano dove battezzava la gente che accorreva a lui. È vestito con una pelle di cammello e porta una cintura attorno ai fianchi, come dice il Vangelo. Ha capelli e barba lunghi e un aspetto filiforme di uomo aduso al digiuno. Si nutriva, infatti, solo di locuste e di miele selvatico. Alza il suo braccio destro a indicare Gesù come il Messia che sta per venire, affermando di non essere lui il Cristo (il Messia), ma colui che ne deve prepararne la venuta, il “Precursore”, appunto.
Gesù Messia è allora dipinto in alto con l’aureolo d’oro zecchino in un grande cerchio azzurro che, al centro, ha tre cerchi concentrici, simbolo della Trinità, una rappresentazione trinitaria già presente nel dipinto dell’Annunciazione, che si può ritrova in tante icone, ma raramente nell’arte occidentale.
La mano sinistra regge invece un rotolo aperto su cui leggiamo la profezia di Isaia: “Rendete dritta la via del Signore” citata in Gv 1,23.
Una ricca aureola come quella di Gesù mette in luce l’intenso e “loquace” viso di Giovanni Battista, la sua santità e l’importanza del suo ruolo nel progetto del Signore che lo ha definito “Il più grande tra i nati da donna” (Lc 7,28): una figura per molti aspetti assai affascinante [3].
Al centro della scena il fiume Giordano che scorre impetuoso, ma non ferma alcuni piccoli pesci che nuotano liberamente e vivacemente controcorrente così come sono rappresentati in un antico mosaico del VI secolo scoperto a Madaba (Giordania) nel secolo scorso. Dal momento che il Giordano si getta nella gran fossa del Mar Morto in cui non è possibile la vita per l’alta salinità, i pesci cercano una via di salvezza andando contro corrente. I pesci diventano così un simbolo per i cristiani che per salvarsi devono convertirsi, cioè invertire la rotta della propria vita. L’acqua poi, con una piccola cascatella, è come se scendesse in basilica verso ciascuno dei fedeli.
Alla sinistra del Battista un gruppo di persone è pronto a ricevere il battesimo giovanneo. Hanno un aspetto elegante, vesti dai bei colori e un atteggiamento di disponibilità e umiltà, tra questi è riconoscibile Andrea fratello di Simon Pietro col manto verde (Gv 1,40) e inginocchiato l’evangelista Giovanni che ha narrato questi fatti.
Nell’altro gruppo, più numeroso, regna un’atmosfera diversa: c’è certamente curiosità perché la figura del Battista era ben nota e le sue parole avevano lasciato un segno indelebile nella comunità. C’è anche una famiglia che accorre da Giovanni: una donna che dal rosso vestito che stendendo le braccia verso il Battista chiede il battesimo e alle sue spalle il marito e il padre che gli tiene la mano sulla spalla destra. C’è anche una guardia del Tempio pensosa, seduta col tipico abito bianco e la lorica al petto e un fariseo riconoscibile dalle vesti e dal filatterio posto sulla fronte.
In alto a destra è dipinto il Tempio di Gerusalemme e davanti è riconoscibile il disegno del porticato che precede la basilica milanese.
Riteniamo che la rappresentazione così particolare di questa icona in stile bizantino e dunque simbolico, vada letta come un invito ad accogliere il messaggio di Giovanni il Battista.
Riteniamo che il ciclo pittorico in esecuzione, come ha scritto don Panzeri sull’articolo pubblicato da L’Osservatore Romano, il 9 aprile rimarrà “un’esperienza che suscita stupore e comunica serenità e gioia interiore attraverso la contemplazione non solo delle meraviglie del creato, ma anche di un capolavoro d’arte in cui il genio artistico sa trasferire una scintilla dell’estro creatore”.
(L. Bissoli)
[1] Nel ciclo liturgico ambrosiano dell’Anno A si legge Gv 1,6-8.15-18; nell’anno B: Gv 1,19-27.15c.27b-28; nell’anno C: Gv 3,23-32.
[2] Il nome Giovanni, di origine ebraica, è tutto un programma e significa: “Dono di grazia di Dio”, oppure anche “Dio ha esaudito” (sottinteso, la preghiera) e ancora “il Signore è misericordioso”.
[3] Come è noto, Giovanni Battista è uno dei santi più raffigurato nelle opere d’arte religiosa di tutti i secoli, soprattutto nell’atto di battezzare Gesù. Leonardo seguendo la descrizione apocrifa Vita di Giovanni secondo Serapione ne “La vergine delle Rocce” presenta Giovanni Battista ancora bambino che si intrattiene con Gesù. Il vangelo di Luca ci ricorda, infatti, che la madre di Giovanni, Elisabetta, era cugina della Madonna.